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venerdì 16 gennaio 2015

Un racconto di Natale.

E' vero, Natale è ormai passato, ci siamo lasciati alle spalle le luci e gli addobbi, ma questa mattina, mentre accendevo la stufa, mi è capitato sottomano un giornale del 21 dicembre e, sulla pagina che stavo per strappare, l'occhio è andato su di un titolo che diceva così: - A Natale invita un nonno -.

In quel momento, per i giri misteriosi che compie la nostra mente, mi è subito tornato alla memoria un episodio di quando ero piccola e che diverse volte ho raccontato ai miei figli.

E' il ricordo di tanti Natali fa, quando appunto ero una bambina e tutto era più semplice.

Mia mamma a quei tempi aveva un negozio di articoli casalinghi, quei piccoli negozi di paese che ormai stanno scomparendo, e nel mio paese abitava un signore di nome Simone che viveva da solo in una casa malandata circondato da una miriade di gatti con i quali spesso divideva il suo pasto.
Simone era una di quelle persone che, non si sa per quale motivo, non aveva alcun parente in paese, non si era sposato quindi non aveva avuto figli; spesso mi ero chiesta da dove venisse, come mai fosse arrivato lì.
Su di lui avevo sentito anche storie un po' strane, ma tant'è ora era vecchio e solo.
Ebbene, per diversi Natali, tutti radunati per pranzare, quando era quasi mezzogiorno, il campanello della nostra porta suonava.
Andavamo a vedere chi fosse, sulla soglia c' era Simone, aveva bisogno di un mestolo, o di una scodella da comprare.
Allora mia mamma prendeva un pezzo di pollo, una o due fette di ripieno, una scodella di ravioli e li dava a Simone che, tutto contento, se ne tornava a casa a festeggiare il suo Natale.
Noi tutti ci guardavamo negli occhi e sorridevamo.

Mentre sto scrivendo mi è presa una grande commozione perchè questo è uno di quei ricordi che ci portano alla memoria le persone alle quali abbiamo voluto tanto bene e che hanno lasciato un segno indelebile nel nostro cuore.

Questi sono i Natali che ricordiamo, non quelli fatti di grandi regali ma quelli fatti di segni e opere.

1 commento:

Lori ha detto...

What a wonderful memory and you are correct in that it isn't the gifts or things we remember.